8 MARZO 2005
Latinità al femminile testi di Clelia De Vecchi elaborazione grafica - Loredana Marano | ||
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EGERIA Non
è facile, nell’antichità, trovare testi scritti da donne, tanto è
vero che la letteratura ufficiale non ne parla oppure ne fa menzione
solo in opere dedicate agli specialisti. Questo
deriva dal fatto che delle donne antiche non è stato tramandato molto,
però qualche traccia è rimasta, a volte scoperta casualmente, in epoca
tarda. E’ il caso della Peregrinatio Egeriae, il cui manoscritto
fu ritrovato casualmente alla fine dell’’800, anonimo, privo dell’inizio e
della fine; richiese molti studi e discussioni per risalire alla data
di stesura e individuare il profilo dell’autrice. Si
pensa che Egeria fosse di origine spagnola, probabilmente galiziana,
forse monaca o vedova. Erano queste due condizioni della
donna che, come vediamo in altri esempi, avevano un loro
spazio all’interno del Cristianesimo. Infatti nei primi secoli la
religione cristiana non fu discriminatoria nei confronti delle donne,
che venivano accolte con dignità nelle comunità dei fedeli. Ciò traspare
anche dal diario di Egeria, in cui narra un pellegrinaggio in Terra
santa, durato ben tre anni. Probabilmente
Egeria era una patrizia, provinciale ma romana, vissuta nella seconda
metà del IV sec.. Qualche studioso avanza l’ipotesi che ella
abbia aderito al Cristianesimo proprio per
la
condizione di “parità” che la donna poteva trovare nella Chiesa del
tempo; infatti nel suo racconto non manca di sottolineare come,
nelle chiese, vi fossero uomini e donne, vi fossero badesse ed eremite
e come lei fosse accolta con grande deferenza, cosa che non avveniva
in altre comunità religiose orientali. Il viaggio di Egeria è collocabile
tra il 363 e il 384. Oggi non ci meraviglia più trovarci di fronte
ad un’autrice mentre a quei tempi una voce femminile era inusuale,
tanto più che anche il pubblico a cui si rivolgeva era femminile.
Si
tratta di un viaggio di andata e ritorno in Terra santa, quindi si
inserisce nella tipologia del pellegrinaggio.Il viaggio, che durò
più di tre anni e si svolse in nave fino a Costantinopoli e poi a
piedi o su cavalcature o su battelli, attraversa la Palestina, l’Egitto,
la Fenicia, la Mesopotamia e l’Arabia. L’autrice intende
visitare tutti i luoghi di cui parlano le Sacre scritture e probabilmente viaggia in parte in comitiva in
parte da sola, visto che nel diario usa il plurale nella prima parte
e poi passa al singolare. Egeria
prende appunti fra una tappa e l’altra del viaggio, poi li trasferisce
sulla pagina, con
un gusto che potremo definire giornalistico, con immediatezza, con
semplicità . Ego,
ut sum satis curiosa…io
che sono molto curiosa, dice più volte. La
sua descrizione ha una presa visiva, la singolarità del narrare sta
nell’intreccio continuo tra piano narrativo e piano descrittivo ,
inoltre il suo itinerario è guidato e riletto attraverso la partecipazione
emotiva dell’autrice, a cui si uniscono il suo entusiasmo , la sua
curiosità. |
La visione profetica della storia e della vita
nell’opera di Ildegarda di Bingen |
Liceo Classico “A. Canova”- Treviso giovedì 3 marzo ore 15.00Gigliola Rossini
Se nei primi secoli del Cristianesimo
vengono ad affermarsi nuove figure femminili, valorizzate anche dalla
scelta della verginità, come la martire, la monaca e la vedova, le quali
fanno scelte autonome rispetto ai legami famigliari, quando la Chiesa
divenne essa stessa istituzione e potere, e cioè nel Medioevo, si ritorna
alle vecchie concezioni e la donna è nuovamente emarginata, fatta
ripiombare nel suo tradizionale ruolo subalterno domestico e privato.Ci sono però le eccezioni. Per esempio
le badesse, soprattutto se provenienti da famiglie nobili, amministravano
monasteri dotati di vaste proprietà. L’ambiente monastico fu quello che
permise alla donna di raggiungere il grado più alto di istruzione.
Tuttavia nel medioevo la maggior parte delle donne, sia laiche che
religiose, era incapace di leggere e scrivere. Quindi incontrare una donna
colta e dotta all’interno di un monastero significa trovarsi di fronte ad
un caso non comune.
Siti Internet su Ildegarda di
Bingen http://www.uni-mainz.de/~horst/hildegard/ (bibliografia,
celebrazioni del centenario, varie - permette il link con numerosissimi
siti di interesse ildegardiano) http://www.medieval.org/emfaq/composers/hildegard.html
(discografia) |
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Treviso, 8 marzo 2005
Donne di ieri e di oggi Donne moderne, diverse, non adverse. Donne gusci, filtri, ancore. Tessere insostituibili Nel grande mosaico Del nascere, morire e rinascere. Donne ombra Sottomesse al giogo. Donne all’ombra Di
padroni del gioco. Ombre di donne, legate da un filo visibile senza inizio né fine nel mistero invisibile che unisce passato e futuro. Renata Alberti |